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8 Aprile 2022-Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,31-42

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. 
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Gv 10,31-42

Si avverte che mancano poche ore all’inizio della settimana santa dal clima teso che si respira nelle pagine del vangelo di Giovanni che stiamo leggendo durante questi giorni.

I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».

Ancora una volta il vangelo ci mette davanti a ciò che di scandaloso Gesù è venuto ad annunciarci. Finché lo prendiamo sul serio solo nella sua umanità, nelle dinamiche relazionali, nella lettura orizzontale della sua vita e del suo messaggio, Cristo è utile ma fondamentalmente innocuo. Ma ciò che fa di Lui qualcosa di diverso è proprio la Sua divinità. Gesù non è solo veramente uomo ma è anche veramente Dio. Noi cristiani lo dimentichiamo molto spesso.

Non ci scontriamo molto con questo scandalo, e ciò lo si vede dal fatto che di lui ci prendiamo solo ciò che ci conviene, ciò che ci serve, ciò che possiamo capire e utilizzare a nostro vantaggio. Essere cristiani significa pensare la propria vita a partire dalla totalità della persona di Gesù, cioè dalla sua umanità e dalla sua divinità insieme. Se Gesù è Dio tutto cambia per noi. Il suo insegnamento non è solo valido perché utile in termini esistenziali, ma è valido perché ha una profondità più grande della nostra semplice esistenza. Amare, allora, non è più un precetto ma una via di cielo che Egli ci ha lasciato.

Don Luigi Maria Epicoco

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Santo del giorno: San Dionigi di Corinto, Vescovo