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6 Giugno 2023 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,13-17
 
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
 Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
 Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
 Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Mc 12, 13-17

La predicazione di Gesù con il passare del tempo diventa fastidiosa per i potenti della sua epoca. Politici, dottori della legge, responsabili del culto cominciano a percepire Gesù come una minaccia.

Non trovano nessun modo lecito per eliminarlo così usano una tecnica vecchia quanto il mondo: indurlo a mettersi contro il potere forte dell’epoca, cioè i Romani. Infatti i Romani sono accondiscendenti su molte questioni, anche in materia religiosa, ma non transigono in quanto a denaro e tasse:

«Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?».

Gesù sa molto bene che questa frase è pronunciata per metterlo in difficoltà, ma egli usa della malizia dei suoi interlocutori per dare una lezione immensa a tutti:

“«Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». E rimasero ammirati di lui”.

In un mondo come il nostro dominato dal denaro si fa fatica a comprendere ciò che Gesù voglia dire, ma in realtà il ragionamento è semplice: le cose di questo mondo sono sempre di qualcuno, ma ogni persona umana non è possesso di nessuno perché ogni essere umano ha su di sé l’immagine e la somiglia di Dio e non di Cesare.

In pratica ha detto che molti possono giocare a fare i padroni, ma ogni uomo e ogni donna sono radicalmente liberi perché nessuno può impossessarsene dicendo “è mio”. Duemila anni fa Gesù aveva già ridotto in frantumi tutte le schiavitù del mondo.

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Santo del giorno: San Norberto, vescovo.