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4 Giugno 2024 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,13-17
 
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
 Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
 Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
 Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Mc 12, 13-17

“Gli mandarono però alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso”.

Dopo duemila anni Gesù non ha smesso di suscitare persone che continuano a trattare Lui e i suoi discepoli con l’atteggiamento di chi è subito pronto a cogliere in fallo il minimo errore, e la più piccola contraddizione. Con Gesù non ci sono mai riusciti, con noi invece molto spesso sì perché siamo dei poveri peccatori che tentano di non smentire con la propria vita ciò che credono e non sempre ci riusciamo.

Nel Vangelo di oggi la trappola che tendono a Gesù riguarda la politica. Sanno bene che se Gesù si metterà dalla parte dei Romani perderà credibilità con il popolo, e se si metterà dalla parte del popolo avrà addosso la violenza dei Romani.

«Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?».

Gesù sa bene la malizia di fondo a una simile richiesta, ma ne approfitta per dare a tutti una lezione immensa:

«Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Di chi è questa immagine e l’iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio»”.

In un’affermazione simile Gesù sta dicendo che una moneta con l’immagine di Cesare può anche essere data a Cesare, ma ogni uomo e ogni donna si portano addosso l’immagine di Dio, compreso Cesare, e per questo non possono essere possesso di nessuno perché sono di Dio.

In pratica con una sola parola Gesù ha affermato che ogni essere umano è radicalmente libero e un regime può pretendere solo cose materiali ma non potrà mai avere la dignità di nessuno perché non gli compete.

Non dobbiamo mai dimenticare che siamo e rimaniamo liberi perché nessuno e nessuna cosa possono toglierci “di chi siamo” veramente.

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Santo del giorno: San Quirino – Vescovo di Siszeck e martire