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30 Maggio 2023 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,28-31

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Mc 10, 28-31

«Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».

Possono apparire così meschine queste parole di Pietro, sembrano le parole di chi vuole presentare il conto, le parole di chi sta cercando la contropartita alle proprie scelte.

Eppure c’è qualcosa di vero e non di meschino nell’affermazione di Pietro: c’è o no un ‘meglio’ nascosto nella vita di chi ha preso sul serio il Vangelo? Diversamente ci sembrerebbe che esso ci insegni solo una masochistica rinuncia.

In maniera demoniaca il male vuole convincerci esattamente di questo, e cioè che vivere la radicalità del Vangelo significhi perdersi la parte più bella della vita. Ma stanno davvero così le cose? Il cristianesimo è rinunce e sacrifici? Gesù risponde in questo modo:

«In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna».

Chi lascia qualcosa perché così gli insegna il Vangelo, in realtà si libera le mani per accogliere in maniera centuplicata ciò che ha lasciato.

Se ci riflettiamo Gesù sta dicendo qualcosa di vero, infatti se ad esempio ci viene donata una cosa ma la viviamo con possesso, possiamo dire di godere davvero di quella cosa? In realtà no perché il possesso ci fa vivere sempre con la paura di perdere ciò che si possiede e proprio per questo ci fa vivere sempre in difensiva.

E chi passa la vita a difendersi non gode nulla della vita. Chi smette di possedere e molla la presa del possesso comincia davvero a godere della vita fino a percepirla cento volte di più di prima. In poche parole il Vangelo è un affare non una cambiale.

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Santo del giorno: San Gavino, martire