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29 marzo 2023 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,31-42
 
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».
Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Gv 8, 31-42

Nella pagina del Vangelo di Giovanni di oggi sono contenute delle parole preziose di Gesù:

«Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

Tutti vorremmo essere liberi, cioè vorremmo smettere di sentire la vita, con le cose che ci accadono, come una realtà che ci opprime, che ci costringe, che ci limita nelle nostre scelte. La libertà che è venuto a portare Gesù non ha nulla a che vedere con l’oppressione dell’impero romano, né tanto meno con le semplici circostanze.

Egli è venuto a portarci un livello di libertà che rimane intatto in ogni situazione. Potremmo chiamare questa libertà, libertà interiore. Essa consiste nella capacità di non dipendere più da ciò che accade fuori di te, ma ti fa vivere a un livello di pace e gioia che niente e nessuno possono turbare.

Non significa smettere di soffrire o rimanere indifferenti a ciò che ci accade fuori, ma significa non essere più messi in discussione nella nostra parte più profonda, quella che ci fa restare in piedi davanti alle circostanze. Possiamo essere turbati ma non più disperati. Potremmo soffrire ma non fino al punto di maledire la vita. Potremmo non capire tutto ma senza pensare che nulla vale più la pena.

Questa libertà è frutto di una frequenza con Gesù. Più stai con Lui e più cresce questa libertà interiore. In questo senso dovremmo dire che uno dei doni più belli della fede è proprio quello di generare persone libere così.

Di questa libertà ha bisogno il mondo perché troppo spesso il mondo che viviamo è sempre più democratico ma manca della libertà basilare che è appunto la libertà interiore.

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Santo del giorno: Beato Bertoldo – Priore generale dei Carmelitani