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29 Maggio 2024 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,32-45
  
In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti.
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo e Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Mc 10, 32-45

C’è una sorta di strana reazione che i discepoli hanno tutte le volte che Gesù parla del Suo destino. Ogni annuncio della Croce è accompagnato da un discorso deludente da parte dei discepoli. Anche nel Vangelo di oggi capita qualcosa di simile:

«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà».

La risposta è che Giacomo e Giovanni si fanno avanti per chiedere qualcosa di assurdo:

«Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra»

Gesù parla di Croce e loro cercano i primi posti. Dopo duemila anni non è cambiato molto forse perché l’animo umano è sempre lo stesso, e la nostra paura della morte la cerchiamo di esorcizzare con la rassicurazione della gloria di questo mondo.

La lezione cristiana però è che non si può essere discepoli di un Re crocifisso e risorto senza che ciò abbia delle chiare conseguenze nei nostri comportamenti e nelle nostre scelte. Un cristiano, qualunque vocazione abbia, non può vivere di carrierismo, ma di questa logica che Gesù spiega chiaramente:

«Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Qualunque cosa stiamo facendo in questo momento della nostra vita dovremmo domandarci se lo stiamo facendo per servire gli altri o per servirci degli altri. E dove dovremmo trovare la forza di servire sempre il prossimo? Nella certezza che il nostro più grande servitore si chiama Gesù, ed è Lui che ha cura di noi, di conseguenza noi possiamo smettere di preoccuparci di noi stessi e donarci totalmente.

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Santo del giorno: San Paolo VI, papa