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26 Aprile 2023 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,35-40
 
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Gv 6, 35-40

“Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete”.

Se c’è qualcosa che caratterizza la nostra vita umana, questa è certamente la precarietà. Ogni cosa in questa vita è destinata sempre a finire. Ciò che ci viene dall’esperienza di fede invece, non è segnata dalla precarietà, ma dalla definitività.

La fame, la sete che l’uomo sperimenta, è fame e sete di amore, di senso, di verità, di libertà. Gesù è l’unico che può darci tutte queste cose in maniera definitiva, non in maniera provvisoria. La domanda vera è se noi crediamo a tutto questo. E soprattutto la pagina del Vangelo di Giovanni di oggi ci dice in maniera esplicita qual è la volontà di Dio che Gesù è venuto a realizzare con la sua vita:

“sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno”.

Dovrebbe farci compagnia oggi la sensazione che queste parole provocano nel nostro cuore: sapere che nessuno di noi può essere davvero perduto se è nelle mani di Gesù. Se siamo nelle sue mani sappiamo che neppure la morte può strapparci da lui, e dal suo amore. Ma cosa significa essere nelle sue mani? Significa vivere “in grazia di Dio”.

È il peccato che ci allontana da questa appartenenza, ma noi sappiamo che anche quando sbagliamo possiamo chiedere perdono ed essere immediatamente riabbracciati da questo amore che salva. Per quanto ci è possibile sforziamoci di vivere “in grazia di Dio”, e così non saremo perduti mai.

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Santo del giorno: San Cleto, papa, che resse la Chiesa di Roma per secondo dopo l’apostolo Pietro.