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25 settembre 2022 – Vangelo e Inno alla provvidenza di Dio (salmo 32)

VANGELO E INNO ALLA PROVVIDENZA DI DIO (SALMO 32)

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Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi  per mezzo della sua povertà. (2Cor 8,9)

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,19-31
 
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Parola del Signore.

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Santo del giorno: San Cleofa – Discepolo di Gesù

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SALMO 32 – Inno alla provvidenza di Dio

Esultate, giusti, nel Signore: 
  ai retti si addice la lode.

Lodate il Signore con la cetra, 
  con l’arpa a dieci corde a lui cantate.

Cantate al Signore un canto nuovo, 
  suonate la cetra con arte e acclamate.
Poiché retta è la parola del Signore 
  e fedele ogni sua opera.

Egli ama il diritto e la giustizia, 
  della sua grazia è piena la terra.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, 
  dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.

Come in un otre raccoglie le acque del mare, 
  chiude in riserve gli abissi.

Tema il Signore tutta la terra, 
  tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
perché egli parla e tutto è fatto, 
  comanda e tutto esiste.

Il Signore annulla i disegni delle nazioni, 
  rende vani i progetti dei popoli.
Ma il piano del Signore sussiste per sempre, 
  i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni.

Beata la nazione il cui Dio è il Signore, 
  il popolo che si è scelto come erede.

Il Signore guarda dal cielo, 
  egli vede tutti gli uomini.
Dal luogo della sua dimora 
  scruta tutti gli abitanti della terra,

lui che, solo, ha plasmato il loro cuore 
  e comprende tutte le loro opere.

Il re non si salva per un forte esercito 
  né il prode per il suo grande vigore.
Il cavallo non giova per la vittoria, 
  con tutta la sua forza non potrà salvare.

Ecco, l’occhio del Signore veglia su chi lo teme, 
  su chi spera nella sua grazia,
per liberarlo dalla morte 
  e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore, 
  egli è nostro aiuto e nostro scudo.

In lui gioisce il nostro cuore 
  e confidiamo nel suo santo nome.

Signore, sia su di noi la tua grazia, 
  perché in te speriamo.