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25 Ottobre 2022 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,18-21
 
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Lc 13,18-21

Due immagini usa Gesù nel Vangelo di oggi per spiegarci come opera il regno di Dio: la piccolezza e il nascondimento. Detto così può sembrare semplicemente l’elogio di due virtù rare nel mondo d’oggi, o qualcosa di riservato a pochi eletti capaci di vivere così, ma Gesù spiega bene che implicanze esistenziali hanno simili immagini:

«A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? È simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell’orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami».

Per spiegarci la piccolezza Gesù ci parla dell’affidabilità di un albero che non si impone subito come un luogo che offre riparo, ma ha la pazienza di crescere un po’ alla volta. Solo quando si ha la pazienza di coltivare le cose che contano allora esse diventano riparo. Una relazione, ad esempio, si nutre di piccole cose. Con il tempo quelle piccole cose rendono quella relazione stabile, affidabile.
O un’istituzione se fa rivoluzioni troppo veloci è destinata a fallire in breve tempo, ma se ha la pazienza di vivere dei cambiamenti lenti ma radicali, allora può capovolgere l’intera realtà diventando un aiuto.

La piccolezza quindi è la rinuncia all’apparenza per dar valore invece alla gradualità dell’ogni giorno. La seconda immagine è quella del nascondimento:


«A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? È simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata».

Troppo spesso pensiamo che il nascondimento consista nel nascondersi, ma esso significa altro. Esso è capire che ciò che fermenta tutta la pasta della vita è una forza che agisce nella parte più nascosta di noi e della realtà.

Ad esempio, se nel cuore hai un grande desiderio, questo desiderio fermenta tutta la tua vita. Se nel cuore hai una grande passione, questa passione motiva tutte le tue scelte. Gli altri non vedono il tuo desiderio e la tua passione, ma le conseguenze che producono. La domanda è: che cosa c’è nella parte più nascosta di noi?

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