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24 Aprile 2024 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,44-50

In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato Lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Gv 12, 44-50

Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre”.

A chi pensa che la religione propaghi oscurantismo forse farà bene la pagina del Vangelo di oggi. Gesù pone sé stesso come colui che dissipa le tenebre, e non come colui che ha bisogno delle tenebre per manovrarci. Se tu sei nella luce sei libero. Se tu sei al buio dipendi invece da coloro che dicono che conoscono la strada.

Gesù non vuole mai creare dipendenza, ma libertà. Il vero ruolo della vita cristiana è far aumentare la libertà delle persone, è donare loro capacità di usare la propria coscienza, è metterle nella situazione di non dover dipendere più da nessuno di coloro che si vendono come salvatori.

Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell’ultimo giorno”.

Non siamo obbligati da Cristo a usufruire di questa luce, ma chi decide di continuare a vivere con la luce spenta e va a sbattere contro un muro non deve pensare che essa sia una punizione divina, ma è solo la conseguenza di una scelta personale fatta da solo. L’inferno non è uno spauracchio usato per minacciare, ma una possibilità frutto di una libera scelta.

Non è Dio a condannarci all’inferno, semmai siamo noi a volerci andare liberamente attraverso le concrete scelte che facciamo. In questo senso Gesù può anche accendere una luce, ma aprire gli occhi riguarda noi.

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