///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,24-33
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Parola del Signore.
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Commento al Vangelo Mt 10, 24-33
“Non li temete dunque, poiché non v’è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti”.
La narrazione della cultura contemporanea non ha cancellato la religione, ci ha provato ma non è riuscita nel suo intento. Ha quindi elaborato una strategia più subdola: relegare il fatto religioso alla sola coscienza intima delle persone, alla loro sfera strettamente personale e privata, senza che questo abbia minimamente a che fare con altro. È un po’ come dire: “Se tu credi a Babbo Natale, credici pure, ma fallo senza dare fastidio a nessuno”.
Ho usato appositamente l’esempio di Babbo Natale non per portare freschezza in una stagione calda, ma per dire che la cultura odierna reputa la credenza religiosa una credenza inventata che deve essere lasciata come giocattolo ma mai diventare qualcosa di serio. Infatti, nessuno darebbe credito a chi si ostina a dire che Babbo Natale esiste. Se il cristianesimo è relegato alla sola sfera intimistica, ha lo stesso valore di Babbo Natale.
Ma Gesù Cristo è un fatto reale, e non può essere rinchiuso nelle sole credenze private delle persone. Chi crede non può non lasciare che la sua fede contamini ogni ambito della propria vita. Una luce accesa non può restare nascosta. Ma il Vangelo non sta parlando di mettersi a ostentare, ma di non avere paura di vivere apertamente ciò che uno ha scoperto come vero nel profondo del proprio cuore. Se io ho scoperto il valore dell’amore, non posso non portare una cosa del genere nel mio lavoro, nelle mie relazioni, nella politica, o in qualunque altro ambito della vita.
Se l’amore è vero non può rimanere solo vero per me, deve poter diventare opportunità anche per gli altri. Ma questo può essere accolto solo se si smette di pensare alla fede come un fatto privato, e lo si comincia ad accogliere come un valore aggiunto.
Chi crede ha la responsabilità di portare un valore aggiunto in quello che fa e che vive, e deve avere libertà di farlo.
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Santo del giorno: San Bonaventura – Vescovo e dottore della Chiesa.