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15 Giugno 2023 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,20-26
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
 «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
 Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
 Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
 Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Mt 5, 20-26

“Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”.

Ecco che cosa viene chiesto a un cristiano: superare la semplice esecuzione del bene, per abbracciarlo in maniera profonda. E per far questo non bisogna indagare sulle nostre azioni esterne, ma sulle intenzioni del cuore.

Infatti pensiamo che tutto quello che viviamo dentro di noi è solo affare nostro, ma Gesù dice chiaramente che ciò che più ci definisce è quello che ci passa per il cuore e non semplicemente quello che facciamo esteriormente. Dentro di noi possiamo uccidere, impossessarci di ciò che non è nostro, tradire, sfruttare, ingannare. Tutte cose che apparentemente non le vede nessuno, ma sono ciò che più conta di noi.

Dobbiamo però fare un opportuno chiarimento: non dobbiamo confondere il cuore con i pensieri. Possono infatti venire nella nostra testa pensieri negativi (odio, rancore, lussuria, rivalse…) ma il fatto che questi pensieri si affacciano dentro di noi non ci definiscono. Assecondarli però si. Il cuore è ciò che dà credito a questi pensieri. Se un pensiero è buono, assecondarlo ci fa vivere in maniera buona. Se un pensiero è cattivo assecondarlo ci incattivisce, al di là se poi esternamente ciò si veda o meno.

Non a caso quando all’inizio della celebrazione eucaristica facciamo l’atto penitenziale, diciamo chiaramente di che natura possono essere i nostri peccati: pensieri, parole, opere ed omissioni. Assecondare dei pensieri ci fa peccare. Usare parole covate nell’odio del cuore ci fa peccare. Fare qualcosa di sbagliato rivela la malizia che si è accumulata nel nostro cuore.

Non fare il bene che potremmo fare ci dice quanto il nostro cuore è diventato di pietra. Insomma il cuore non lo vede nessuno, tranne Dio, eppure è la cosa a cui dovremmo far più caso.

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Santo del giorno: San Vito – Martire