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Gli Appelli del Messagio di Fatima

Per  una maggiore comprensione del messaggio che “Nostra Signora del Rosario” ci ha dato a Fatima, affidandolo ai tre Pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta, ogni sabato, escluso il primo sabato del mese, leggiamo e riflettiamo su  alcuni stralci dell’opera “ Gli Appelli  del messaggio di Fatima”  scritto da Suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato ( nome assunto da religiosa da Lucia dos Santos, pastorella di Fatima).

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Appello alla considerazione della vita eterna


Dodicesimo appello del messaggio: «Tutti noi desideriamo conservare la vita temporale che passa con i giorni, gli anni, i lavori, le gioie, le pene e i dolori. Ma quanto poco ci preoccupiamo della vita eterna! E, tuttavia, questa è l’unica veramente decisiva e che perdura per sempre»

Nel creare gli esseri umani, Dio li ha destinati alla vita eterna nella partecipazione della sua vita divina. Perciò, «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gn 1,27), spiegando in seguito che “il signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente» (Gn 2,7).

Vediamo qui che il corpo umano è stato ricavato dalla terra, ma la vita l’uomo l’ha ricevuta dallo stesso Essere di Dio, dal soffio creatore delle sue labbra. Perciò la nostra anima è un essere spirituale che partecipa della vita di Dio ed è immortale. Quando il corpo viene ridotto all’impossibilità assoluta di cooperare con l’azione dell’anima, questo lo abbandona e vola verso il suo centro di attrazione che è Dio.
Ma la nostra partecipazione alla vita eterna dovrà essere decisa tra due realtà ben distinte: il cielo o l’inferno.
Nell’appello alla devozione del Cuore Immacolato di Maria abbiamo visto che esistono due generazioni distinte tra le quali regna l’inimicizia e sono per questo opposte tra di loro: la generazione di Satana che trascina sulla via del peccato, e la generazione del Cuore Immacolato di Maria che, come Madre dei figli di Dio, li porta sulla via della verità, della giustizia e dell’amore. Perché Dio è amore e tutti i suoi figli si distinguono per l’amore! E mentre i figli di Dio si innalzano lungo la via dell’amore al possesso dell’eterna felicità nel Regno di Dio, loro Padre, la generazione di satana, attraverso l’impudicizia del peccato, scende nell’abisso dell’eterno supplizio. 
Non manca al mondo l’incredulità di coloro che negano questa verità, ma è certo che esse non smettono di esistere per il solo fatto di essere negate; e neppure la loro incredulità li libera dalle pene dell’inferno, se la loro vita di peccato ve li condurrà.
Nella sacra Bibbia abbondano i passi che ci parlano dell’esistenza dell’inferno, dei suoi tormenti e di coloro che ci vanno. Così, nel giudizio finale, a coloro che non hanno voluto compiere opere di misericordia sarà sentenziato: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. (…) E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna» (Mt 25,41.46).
Prevenendo i discepoli contro le tentazioni dell’orgoglio per i successi ottenuti nella missione che avranno realizzato, Gesù Cristo affermò: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore» (Lc 10,18). E quando fece loro le sue raccomandazioni apostoliche, disse: «E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna» (Mt 10,28).
Parlando della risurrezione finale, Gesù concluse in questo modo la parabola della rete che, lanciata in mare, raccoglie tutti i tipi di pesci e tocca poi al pescatore fare la cernita: «Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti» (Mt 13,49-50). E non lasciano dubbi queste parole del Signore: «Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per tre entrare nella vita monco, che con due mani ardere nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che essere gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue» (Mc 9,43-48). In questi passi Gesù parla del fuoco dell’inferno e dell’eterna dannazione; e si riferisce ad esso in tante altre parti del Vangelo che sarebbe troppo lungo da scrivere qui.

L’ultimo passo del Vangelo che abbiamo trascritto non significa che Dio vuole che ci caviamo gli occhi e ci tagliamo le mani e i piedi ma che caviamo le tentazioni, le cattive inclinazioni, le passioni e i vizi che ci trascinano sulla via del peccato e possono essere perciò causa della nostra dannazione eterna. Nell’Antico Testamento, troviamo testi che, letti oggi nella fede della Chiesa, le forniscono i primi sprazzi della rivelazione divina della verità che essa ci insegna, come per esempio l’esistenza dell’inferno. È il caso del seguente testo di Isaia, che descrive le disgrazie di coloro che non hanno voluto seguire la legge di Dio: «La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi, ma si sdegnerà contro i suoi nemici. (…) Vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati contro di me, poiché il loro verme non morirà, il loro fuoco non si spegnerà e saranno un abominio per tutti» (Is 66,14. 24).

E nel libro della Sapienza, lo Spirito Santo così descrive i lamenti dei condannati nel vedere la salvezza dei giusti: «Allora il giusto starà con grande fiducia di fronte a quanti lo hanno oppresso e a quanti han disprezzato le sue sofferenze. Costoro vedendolo saran presi da terribile spavento, saran presi da stupore per la sua salvezza inattesa. Pentiti, diranno fra di loro, gemendo nello spirito tormentato: “ Ecco colui che noi una volta abbiamo deriso e che stolti abbiam preso a bersaglio del nostro scherno; giudicammo lo sua vita una pazzia e la sua morte disonorevole. Perché ora è considerato tra i figli di Dio e condivide la sorte dei santi? Abbiamo dunque deviato dal cammino della verità; la luce della giustizia non è brillata per noi, né mai per noi si è alzato il sole.

Ci siamo saziati nelle vie del male e della perdizione; abbiamo percorso deserti impraticabili, ma non abbiamo conosciuto la via del Signore. Che cosa ci ha giovato la nostra superbia? Che cosa ci ha portato la ricchezza con la spavalderia? Tutto questo è passato come ombra e come notizia fugace, come una nave che solca l’onda agitata, del cui passaggio non si può trovare traccia, né scia della sua carena sui flutti. (…) Così anche noi, appena nati, siamo già scomparsi, non abbiamo avuto alcun segno di virtù da mostrare; siamo stati consumati nella nostra malvagità”. (…) I giusti al contrario vivono per sempre, la loro ricompensa è presso il Signore e l’Altissimo ha cura di loro. Per questo riceveranno una magnifica corona regale, un bel diadema dalla mano del Signore, perché li proteggerà con la destra, con il braccio farà loro da scudo.(…) Prenderà come scudo una santità inespugnabile. (…) L’iniquità renderà deserta tutta la terra e la malvagità rovescerà i troni dei potenti» (Sap 5,1-23).

Potremmo continuare a trascrivere passi della Sacra Bibbia dove Dio ci parla dell’esistenza della vita eterna, felice o disgraziata a seconda di ciò che meritano le nostre opere. A noi che abbiamo fede basta la parola di Dio che lo attesta, perché sappiamo che la sua parola è verità. A Fatima egli ci inviò il suo Messaggio come ulteriore prova della verità che ci ha appena ricordato, affinché non ci lasciamo illudere dalle false dottrine degli increduli che le negano e dei traviati che le deturpano. Con questo scopo, il Messaggio ci garantisce che è vero che esiste l’inferno e che ci vanno le anime dei poveri peccatori: «Avete visto l’inferno (disse il Messaggio ai poveri pastorelli di Aljustrel), dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Immacolato Cuore. Se farete ciò che vi dirò, si salveranno molte anime e avranno pace» (Nostra Signora, 13 luglio 1917).
E il messaggio, dopo aver mostrato ai poveri bambini l’orribile visione dell’inferno, ci indica ancora una volta la devozione all’Immacolato Cuore di Maria come via di salvezza: «Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Immacolato Cuore. Se farete ciò che vi dirò, si salveranno molte anime e avranno pace». Pace con la propria coscienza, pace con Dio, pace nelle case e nelle famiglie, pace con i vicini e tra le nazioni.

La pace tanto bramata dal mondo, che da essa si allontana tanto perché non ascolta e non segue la parola di Dio! Da qui le parole del Messaggio: «Se farete ciò che vi dirò…». E che cosa ci dice Nostra Signora?
Continueremo a vederlo nella descrizione degli appelli del Messaggio. Per ora vi ricordo una pagina del Vangelo di San Giovanni nella quale troviamo quello che è il «Comandamento di Maria». In Caana di Galilea si celebrano delle nozze e vi prese parte Gesù Cristo con sua Madre e i discepoli. Ebbene, ad un certo punto Maria notò che mancava il vino e mise al corrente il figlio dell’incresciosa situazione che avrebbe messo gli sposi in cattiva luce. Riferita la situazione a Gesù, Maria disse ai servi: «Fate quello che vi dirà». Questi obbedirono e il Signore trasformò l’acqua in vino (Gv 2,1-10). Possiamo considerare questo come il comandamento di Maria: Fate quello che vi dirà. Seguite la parola di Dio che è Gesù Cristo, il suo Verbo!
Quest’ordine viene da una madre sollecita nel condurre i figli tra le braccia del Padre, perché solo là potranno trovare la via della verità verso la vita. Lei stessa è madre perché ha seguito questa via, quella della parola del Padre: «Avvenga di me quello che hai detto» – rispose all’angelo, quanto questi le trasmise la parola di Dio (Lc 1,38). E questa fede nella parola di Dio fu elogiata da sua cugina Elisabetta: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore» (Lc 1,45).

Confermano tutto questo le seguenti parole di Gesù Cristo: «Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,50).
Fu così che i servi meritarono di vedere il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino; fecero ciò che Maria ordinò loro e seguirono la parola di Gesù. Questa è la via della salvezza: ascoltare la parola di Dio e seguirla.


Ave Maria!