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Gli appelli del messaggio di Fatima

Per  una maggiore comprensione del messaggio che “Nostra Signora del Rosario” ci ha dato a Fatima, affidandolo ai tre Pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta, ogni sabato, escluso il primo sabato del mese, leggiamo e riflettiamo su  alcuni stralci dell’opera “ Gli Appelli  del messaggio di Fatima”  scritto da Suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato ( nome assunto da religiosa da Lucia dos Santos, pastorella di Fatima).

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Secondo appello del Messaggio: ADORO 

Il messaggio richiama qui la nostra attenzione sul primo comandamento di Dio: <<“Io sono il Signore, tuo Dio. (…) Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso“>> (Es 20,2-5). E in un altro passo dice: “Voi servirete al Signore, vostro Dio. Egli benedirà il tuo pane e la tua acqua. Terrò lontana da te la malattia“ (Es 23,25). Con questa legge, Dio ci ordina di adorare soltanto lui, perché soltanto lui è degno di essere adorato dalle sue creature. Ci proibisce di costruire idoli con le cose che sono state create da lui e che sono più impotenti di noi: nulla possono e nulla valgono; perciò ci proibisce di prestare loro culto o adorazione.
Ma non bisogna confondere questi idoli, cui Dio qui fa riferimento, con le immagini di Cristo, della Madonna e dei Santi. (…) Le stimiamo solo per ciò che rappresentano e ci ricordano.(….) Le immagini di Gesù Cristo, della Madonna e dei Santi, le apprezziamo perché ci ricordano le persone che rappresentano, le loro virtù, la loro dottrina, e così siamo spinti a seguire il loro esempio. (….) 
Adorare Dio è dunque un dovere e un precetto che il Signore ci ha imposto per amore, per darci l’opportunità di essere beneficati da lui. (…)
Il modo in cui dobbiamo adorare Dio ci è descritto da San Giovanni nel dialogo di Gesù Cristo con la samaritana. Ad un certo punto, lei disse: << “Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare“. Gesù le dice: “Credimi, donna, (…) è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli con lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”>> (GV 4,19-24). Come vedete, non importa il luogo, ma piuttosto che il nostro spirito e la nostra intelligenza riconoscano l’infinita grandezza di Dio, il suo immenso potere, e che, rendendogli omaggio, lo adoriamo.
L’adorazione si fonde con l’amore, con la riconoscenza, con la gratitudine, perché a nessun altro dobbiamo tanto quanto a Dio.
Nell’apocalisse di San Giovanni (…) ci narra questa sua visione: “Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco e coloro che avevano vinto la bestia e la sua immagine e il numero del suo nome, stavano ritti sul mare di cristallo. Accompagnando il canto con le arpe divine, cantavano il cantico di Mosé, servo di Dio, e il cantico dell’Agnello: “Grandi e mirabili sono le tue opere, o Signore Dio onnipotente; giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti! Chi non temerà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo. Tutte le genti verranno e si prostreranno  davanti a te” >>(Ap15,2-4).
Questo è il cantico della nostra adorazione davanti a Dio. Adoriamolo con fede, perché crediamo in lui. Benediciamolo con speranza, certi che da lui ci verrà ogni bene. Rendiamogli grazie con amore, perché sappiamo che è stato per amore che egli ci ha creati, che è per per amore che ci conserva la vita, ed è stato per amore che ci ha destinati a partecipare alla sua stessa vita. Perciò la nostra adorazione dev’essere un cantico di perfetta lode a Dio, perché già ci amava ancor prima che esistessimo e perché ci ha dato l’esistenza mosso proprio da questo amore.


                                                                    Ave Maria!