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9 Maggio 2025 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,44-51

In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Gv 6, 44-51

Come può costui darci la sua carne da mangiare?”.

Hanno ragione i Giudei a rimanere bloccati e confusi davanti a questa affermazione di Gesù. Se uno ci pensa bene non è esattamente una bellissima immagine. Io non vorrei essere un cannibale e credo nemmeno i Giudei. Ma dobbiamo stare tranquilli che nemmeno Gesù ha questa intenzione.

Eppure Gesù ha ragione:

Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

È San Tommaso che ci spiega la differenza. Anche lui l’aveva appresa da Aristotele ma al di là di chi ce ne fornisce la spiegazione ciò che conta è comprendere che la realtà è fatta di due cose: sostanza e accidente. La sostanza è ciò che è una cosa nella sua realtà più profonda. L’accidente è la parte esterna. Banalizzando è un po’ come dire che quando qualcuno vuole dire a qualcun altro che lo ama, lo abbraccia. In sostanza è amore, esternamente un abbraccio. L’Eucarestia è la stessa cosa: in sostanza è realmente Gesù, esternamente è pane e vino, cosicché quel pane e quel vino solo la parte esterna di una realtà molto più profonda.

In questo senso noi mangiamo e beviamo realmente il corpo e il sangue di Cristo. Non simbolicamente, ma realmente. Perché i sacramenti sono in sostanza delle cose pur poggiandosi esternamente su alcuni segni. La cosa però che conta è che molto spesso dobbiamo fare l’esperienza scandalosa del segno esterno.

Capitò così anche nelle aspettative del popolo eletto. La richiesta di un Messia liberatore dovette fare i conti con la realtà di un bambino fragile, nato povero e quasi di nascosto. Eppure quel bambino è il Figlio dell’Onnipotente. Se è Onnipotente perché assume la forma della debolezza e della fragilità? Perchè la potenza di Dio non è mai prepotenza, è la “forza gentile”, direbbe Newman, di chi sa che la forza che può tutto è l’Amore. Ecco perché l’Onnipotenza si manifesta nel Figlio inchiodato sulla croce.

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Santo del giorno: Sant’Isaia – Profeta