///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 24,42-51
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Parola del Signore.
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Commento al Vangelo Mt 24, 42-51
“Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”.
Detta così questa frase di Gesù potrebbe suscitare in noi solo grande paura, e certamente non avevamo bisogno del Vangelo per avere paura della morte perché essa ci accompagna per tutti i giorni della nostra vita anche quando non ci pensiamo in nessun modo.
Quello che però Gesù sta tentando di dire ha un doppio significato: il primo è che siccome non sappiamo “quando sarà il giorno e l’ora” allora ogni momento della nostra vita, ogni dettaglio, ogni cosa dobbiamo sempre viverla con totalità come se fosse l’ultima cosa della nostra vita.
Chi vive così non vive male, ma vive intensamente. Se bacia la donna che ama lo fa sapendo che non può rimandare quell’affetto. Se perdona qualcuno lo fa velocemente perché non sa se avrà ancora il tempo. Se deve prendere una decisione importante la prende subito perché non sa se si presenterà più quell’opportunità.
Insomma Gesù non sta istillando paura, bensì pienezza.
In seconda analisi le parole di Gesù ci rivelano una cosa importante: alla fine della vita non ci sarà il nulla, ma bensì Qualcuno.
Noi da credenti non possiamo più attendere la morte, ma solo attendere Qualcuno. In quel momento così drammatico ed estremo della vita non saremo soli, o abbandonati, ma saremo tra le braccia di Qualcuno.
Il vero problema è come ci troverà questo Qualcuno, cioè in quale condizione troverà la nostra fragile umanità.
Dio ha grande misericordia verso la nostra debolezza, ma è inflessibile davanti alla nostra chiusura, superbia, egoismo se
“cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà il padrone quando il servo non se l’aspetta e nell’ora che non sa, lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti”.
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Santo del giorno: Santi Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, che raccolsero il corpo di Gesù sotto la croce