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3 marzo 2023 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”,
dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Mt 5, 20-26

“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”.

Gesù sembra dirci nel Vangelo di oggi che è troppo poco seguire delle regole. Ciò che ci dovrebbe contraddistinguere come cristiani non è la semplice applicazione di uno schema ma bensì il suo superamento.

Siamo chiamati a un di più che non può essere calcolato da nessuna regola fissa. Ecco perché Egli chiede cose più esigenti rispetto a quello che potrebbe sembrare il senso comune:

“Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna”.

Diventa così troppo poco vantarsi di non aver ucciso qualcuno perché Gesù ci mostra che si può “uccidere” gli altri anche in altri modi, con le parole ad esempio, con i giudizi, con le umiliazioni che ne colpiscono la dignità. Non basta avere le mani pulite, bisogna capire se abbiamo anche il cuore puro.

È infatti dal cuore che si comprende se effettivamente il nostro rapporto con Dio ci ha fatti maturare o meno, e una delle prove la si vede da quanto siamo disposti a ricucire relazioni e rapporti che magari hanno subito divisione e ferite:

“Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono”.

Delle volte diciamo a Dio che faremmo qualunque cosa per Lui, ma poi alla resa dei conti non facciamo nemmeno il nostro possibile.

Infatti il Vangelo non ci domanda miracoli ma ci domanda di fare la nostra parte soprattutto in quelle situazioni dove ognuno con le proprie scelte può fare la differenza.

Perdonare o chiedere perdono fa parte del nostro possibile. Non farlo significa tagliarsi fuori anche dal nostro rapporto con Dio.

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Santo del giorno: Santi Marino e Asterio, martiri sotto l’imperatore Gallieno, a Cesarea in Palestina.