///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23,13-22
In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».
Parola del Signore.
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Commento al Vangelo Mt 23, 13-22
“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci”.
La lunga invettiva che Gesù riserva agli scribi e farisei non è qualcosa che riguarda il passato ma la continua tentazione di ridurre l’esperienza di fede a schema, paletti, ideologie e voler costringere gli altri ad entrarci dentro.
Quante esperienze ecclesiali, movimenti, comunità, teologi, predicatori si ammalano della malattia di voler ridurre la potenza del Vangelo a uno schema dentro il quale la realtà deve entrare a tutti i costi?
La parola ci ricorda che lo Spirito soffia dove vuole e fa quello che vuole, e noi siamo solo chiamati ad accorgerci di lui e a seguirlo.
È stato così per un uomo grande come Sant’Agostino di cui facciamo memoria oggi. Anche lui ha dovuto liberarsi dai suoi schemi, dalla trappola della sua stessa genialità, dalle derive eretiche dei manichei, e da una vita dissoluta, per poter fare l’esperienza spiazzante dell’Amore di Dio.
Da quel incontro reale con il Signore, Agostino ne esce nuovo, rinnovato, disposto a cambiare tutte le sue idee. Non c’è più in lui la deriva del fariseo e dello scriba che difende i propri schemi, ma la gratitudine di chi ha finalmente scoperto la grazia di Dio.
E le sue stesse parole nelle Confessioni lo testimoniano:
“Tardi ti ho amato, bellezza così antica e così nuova, tardi ti ho amato. Tu eri dentro di me, e io fuori. E là ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature che non esisterebbero se non esistessero in te. Mi hai chiamato, e il tuo grido ha squarciato la mia sordità. Hai mandato un baleno, e il tuo splendore ha dissipato la mia cecità. Hai effuso il tuo profumo; l’ho aspirato e ora anelo a te. Ti ho gustato, e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato, e ora ardo dal desiderio della tua pace”.
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Santo del giorno: Sant’Agostino – Vescovo e Dottore della Chiesa
PREGHIERA A SANT’AGOSTINO
O grande Agostino, nostro padre e maestro,
conoscitore dei luminosi sentieri di Dio
ed anche delle tortuose vie degli uomini,
noi ammiriamo le meraviglie
che la Grazia divina
ha operato in te,
rendendoti appassionato testimone
della verità e del bene, a servizio dei fratelli.
All’inizio di un nuovo millennio
segnato dalla croce di Cristo,
insegnaci a leggere la storia
nella luce della Provvidenza divina,
che guida gli eventi verso l’incontro definitivo col Padre.
Orientaci verso mete di pace,
alimentando nel nostro cuore
il tuo stesso anelito per quei valori
sui quali è possibile costruire,
con la forza che proviene da Dio,
la “città” a misura dell’uomo.
La profonda dottrina, che con studio
amoroso e paziente hai attinto
alle sorgenti sempre vive della Scrittura,
illumini quanti sono oggi tentati
da alienanti miraggi.
Ottieni loro il coraggio di intraprendere
il cammino verso quell’ “uomo interiore”
nel quale è in attesa Colui
che, solo, può dare pace
al nostro cuore inquieto.
Tanti nostri contemporanei
sembrano aver smarrito la speranza
di poter giungere, tra le molte
contrastanti ideologie, alla verità,
di cui tuttavia il loro intimo conserva
la struggente nostalgia.
Insegna loro a non desistere mai dalla ricerca,
nella certezza che, alla fine, la loro fatica
sarà premiata dall’incontro appagante
con quella Verità suprema
che è sorgente di ogni verità creata.
Infine, o Sant’Agostino, trasmetti anche a
noi una scintilla di quell’ardente amore
per la Chiesa, la Catholica madre dei santi,
che ha sostenuto ed animato
le fatiche del tuo lungo ministero.
Fa’ che, camminando insieme sotto la guida
dei legittimi Pastori,
giungiamo alla gloria della Patria celeste,
ove, con tutti i Beati,
potremo unirci al cantico nuovo dell’alleluia
senza fine. Amen.
(Papa Giovanni Paolo II)