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21 Giugno 2025 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,24-34

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.
Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Mt 6, 24-34

Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?”.

Spesso la nostra vita è in ostaggio dell’ansia, delle preoccupazioni, della mancanza di serenità.

Viviamo da credenti pensando che basti credere in Dio per essere cristiani, ma di fatto viviamo la nostra vita come se fossimo soli al mondo, e come se dovessimo salvarci da soli. L’esperienza della fede è l’esperienza di smettere di vivere affannati per cominciare a vivere da affidati.

La liturgia oggi ci fa fare memoria di un giovane santo, San Luigi Gonzaga. A volte nascere nobili e ricchi non è un vantaggio ma un impedimento a vivere il Vangelo. Eppure questo giovane ragazzo si accorge fin da subito che le cose di questo mondo sono solo fumo e che non possono corrispondere fino in fondo alla sete di felicità che ci portiamo nel cuore.

Certe volte, per essere felici bisogna imparare a rinunciare a ciò che è superfluo per poter vivere e gustare pienamente l’essenziale. A degli occhi superficiali, la vita di Luigi Gonzaga sembra solo una grande rinuncia, ma basta mettere a fuoco davvero l’esistenza per accorgersi che ciò per cui vale la pena vivere non è mai in quello che il mondo ci propina, ma è nascosto in qualcosa per cui vale la pena dar via tutto pur di averla.

Chi ha trovato uno scopo grande nella vita non ha paura nemmeno di morire. Il vero problema di questa nostra esistenza non consiste nella sua lunghezza ma nella sua qualità. Non si è fortunati perché si vive a lungo, ma si è fortunati se si vive una vita piena.  

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Santo del giorno: San Luigi Gonzaga – Religioso