///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17,22-27
In quel giorno, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei».
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su , aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Parola del Signore.
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Commento al Vangelo Mt 17,22-27
Due cose ci regala la pagina del Vangelo di oggi: la prima riguarda la sincerità con cui Gesù dice chiaramente ai suoi discepoli che il suo destino sarà quello di morire in Croce, ma anche quello di risorgere; eppure i discepoli incassano questa informazione con tristezza, senza riuscire ad avere uno sguardo più profondo.
Tutti davanti all’idea di una sconfitta rimaniamo attoniti e non riusciamo a sentire la totalità dell’annuncio di Gesù. È come se davanti a un campo un contadino prendesse del grano per seminarlo e poi dicesse ai propri figli: “Vedete figli miei, ora il seme che abbiamo seminato morirà e proprio per questo diventerà spiga”. La bellezza e la fecondità di un campo di grano supera di gran lunga la semplice semina.
Così dovremmo guardare la nostra vita. Lo aveva capito bene San Massimiliano Maria Kolbe di cui ricorre oggi la memoria: in un tempo oscuro come quello della persecuzione degli ebrei, San Massimiliano nel cuore di un campo di concentramento offre la propria vita per salvare quella di un suo compagno. Apparentemente ha perso, ma in realtà ha vinto contro tutto quel male.
La seconda cosa che poi ci dice la pagina del Vangelo di oggi riguarda il nostro rapporto con Dio: siamo figli o siamo estranei? Se siamo figli allora non dobbiamo pagare nulla per essere voluti bene, se ci sentiamo estranei continueremo a pensare che l’Amore di Dio va meritato in qualche modo. Credere significa essere convinti che Dio ci ama come figli e proprio per questo l’Amore Suo per noi è infinito e gratuito. È questo che ci cambia la vita.
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Santo del giorno: San Massimiliano Maria (Raimondo) Kolbe, sacerdote e martire – Fondatore della Milizia di Maria Immacolata