///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco//
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19,27-29
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Parola del Signore.
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Commento al Vangelo Mt 19, 27-29
«Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?».
Queste parole dell’apostolo Pietro fanno da cornice alla festa di San Benedetto, padre del monachesimo d’occidente. In fondo chi è stato Benedetto se non un giovane che ha lasciato tutto per amore di Cristo? E che cosa ne ha avuto?
Potremmo dire che egli ha ottenuto una vita centuplicata, più intensa di almeno cento volte, e una gioia e una gratitudine che hanno non solo riempito il suo cuore ma per contaminazione hanno cambiato la vita di moltissime altre persone, influenzato la storia, e salvato l’umano in tempo di crisi.
La vita eterna non è solo una faccenda che inizia quando finisce questa vita. La vita eterna non è una questione solo dell’aldilà, ma essa inizia fin da qui, fin dal presente. Benedetto ha lasciato tutto perché ha trovato un modo per abitare il cielo già da qui. Questo cielo non è racchiudibile in una tecnica, o in una particolare ascesi. Questo cielo è l’amore di Dio che si è manifestato in Cristo.
Quando Benedetto ha capito che lasciarsi amare da Cristo era il segreto della vita eterna, allora ha organizzato tutta la sua vita affinché “nulla fosse anteposto all’amore di Cristo”. Il monachesimo non è un modo per mettersi fuori dal mondo, ma è un modo attraverso il quale si impedisce al mondo di entrarci dentro. Gesù combatte la mondanità (che è una mentalità sbagliata), ma non disprezza il mondo, diversamente non si sarebbe mai incarnato. Ecco perché ovunque ha attecchito il monachesimo è rifiorita l’arte, l’agricoltura, la musica, il cibo, l’architettura, la giustizia, cioè il mondo è tornato a fiorire.
Mai come in questo momento abbiamo bisogno di un altro San Benedetto che ci insegni di nuovo a far fiorire il mondo.
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Santo del giorno: San Benedetto, abate, Patrono d’Europa.