///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17,14-20
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo».
E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Parola del Signore.
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Commento al Vangelo Mt 17, 14-20
“Si avvicinò a Gesù un uomo che, gettatosi in ginocchio, gli disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e spesso anche nell’acqua; l’ho già portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo»”.
Tante cose colpiscono in questa richiesta di preghiera. La prima è la postura di quest’uomo:
“gettatosi in ginocchio disse…”;
solo quando la preghiera diventa una supplica che ci coinvolge nella totalità di noi stessi allora è davvero preghiera. Molte delle nostre preghiere sono rumori di parole, ma senza cuore, senza convinzione, senza la grande consapevolezza che davanti a Gesù siamo come mendicanti, siamo nella stessa posizione di questo padre disperato.
La seconda cosa che colpisce è il racconto che questo padre fa del figlio. Non è il figlio malato a pregare Gesù, ma è suo padre. È raccontata così la grande potenza della preghiera d’intercessione. Troppo spesso ci sentiamo impotenti davanti alla sofferenza della gente che amiamo, ma non è vero che non possiamo fare nulla, infatti possiamo pregare con forza per loro. Possiamo andare da Gesù e raccontargli il loro dolore, la loro infelicità, la loro sofferenza.
Ma la cosa delle parole di quest’uomo che più attira l’attenzione, è la constatazione del fallimento dei discepoli:
“l’ho già portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo”.
Delle volte basta il solo intervento di un discepolo di Gesù per sbloccare le situazioni. Delle volte basta un ascolto attento, una parola detta bene, un accompagnamento efficace. Ma ci sono volte in cui serve che si instauri un rapporto diretto con Cristo, una più decisiva vita spirituale che coinvolga la persona in prima persona.
“E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo qui». E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito”.
Non sono i miracoli a scarseggiare, ma è la nostra fede che troppo spesso è poca.
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Santo del giorno: S. Giovanna Francesca Fremiot de Chantal, religiosa.