///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 17,11b-19
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».
Parola del Signore.
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Commento al Vangelo Gv 17,11b-19
Le parole del Vangelo di oggi fanno parte di quell’accorata preghiera che l’evangelista Giovanni mette in bocca a Gesù nell’ora della passione.
Sarebbe difficile commentare l’intensità di tutte le parole usate, vorrei fermarmi solo su una:
Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità.
Solitamente abbiamo un’idea dell’amore molto protettiva. Per la maggior parte di noi amare significa togliere l’altro dal pericolo, dalla prova, dalla fatica. Far questo però significa privare l’altro della vita stessa.
In questo senso Gesù non chiede al Padre di toglierci dalla realtà più concreta, dal mondo. Egli chiede solo che ognuno di noi sia custodito dall’influsso del maligno, o meglio che esso non abbia mai l’ultima parola su di noi.
Lasciare chi si ama nella lotta significa fare un atto di fiducia in lui. È un po’ come dire “tu sei capace di affrontare questa prova. Tu vali!”. Al contrario essere tolti da una prova equivale a dire implicitamente “sei incapace, per questo ti salvo io”.
Ma per essere in una prova e poterla vincere bisogna che ci si stia con verità. In questo senso “essere consacrati nella verità” significa vivere di cose vere: fare verità su se stessi, sulla vita, sulle situazioni, sulle diverse circostanze.
La Parola di Dio è il mezzo più efficace attraverso cui ognuno di noi può accendere la luce e fare verità.
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Santo del giorno: San Giustino – Martire