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Gli Appelli del messaggio di Fatima

Per  una maggiore comprensione del messaggio che “Nostra Signora del Rosario” ci ha dato a Fatima, affidandolo ai tre Pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta, ogni sabato, escluso il primo sabato del mese, leggiamo e riflettiamo su  alcuni stralci dell’opera “ Gli Appelli  del messaggio di Fatima”  scritto da Suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato ( nome assunto da religiosa da Lucia dos Santos, pastorella di Fatima).

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Terzo appello del Messaggio: Spero

Tutta la nostra speranza deve essere riposta nel Signore, perché è l’unico vero Dio, che ci ha creati con amore eterno e ci ha redenti inviandoci il suo stesso Figlio Gesù Cristo, Dio e uomo vero, che ha sofferto ed è morto per la nostra salvezza.(…) 
Il testo del Vangelo di Giovanni (Gv 3,14-15 ) ci dice quale deve essere il motivo della nostra speranza: “così bisogna che sia innalzato il figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna“. Se gli Israeliti feriti a morte recuperavano la vita guardando quel serpente che Mosé aveva fissato sul palo, quanto più noi, se sapremo con fede e fiducia sollevare lo sguardo verso Cristo innalzato sul legno della croce, se sapremo unire alla sua la nostra croce di ogni giorno, il nostro lavoro, le nostre fatiche, le nostre contrarietà, i nostri dolori e angosce, con vivo pentimento dei nostri peccati e ferma disposizione a non più commetterli. Allora la nostra fiducia sarà ricompensata con la promessa di Cristo: “Chiunque crede in lui avrà vita eterna“
Perché vediate quale deve essere la nostra fiducia in Cristo, vi ricordo la traversata del lago fatta dagli Apostoli dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani. Gesù ordinò ai suoi discepoli che salissero su una barca e che passassero dall’altra parte davanti a Betsaida, mentre gli congedava la folla (Mc 6,46-56).
Questo episodio della vita di Gesù Cristo ci insegna in che cosa deve consistere la nostra fiducia, osservando sia il comportamento degli Apostoli che lottando tra le onde del mare, sia l’atteggiamento degli abitanti di Genèsaret che presentano a Cristo i loro infermi. Ci dice l’evangelista che tutti quelli che avessero toccato almeno la frangia del suo mantello guarivano: perché toccavano Cristo con fede e fiducia. Questa è la condizione per ottenere la grazia: avvicinarci a Cristo con fede, fiduciosi nella sua bontà e nel suo amore. 
Quello che il Signore disse allora gli Apostoli vale anche per tutti noi: “ Coraggio, sono io, non temete“. In mezzo alle tempeste che si alzano nella vita, forse tutto ci sembra un fantasma – come successe agli Apostoli – e ci spaventa. Ma se sapremo sollevare il nostro sguardo verso Cristo, vedremo che accanto a noi c’è lui e avremo la felicità di ascoltare nell’intimo del nostro cuore il suono armonioso della sua voce che ci dice in confidenza: “Sono io, non temete!“
Ma, per ascoltare il suono di questa voce e comprenderlo, è necessario che non si abbia lo spirito “ indurito“ (…) È necessario quindi che il nostro spirito sia libero dall’attaccamento eccessivo alle cose della terra, alle vanità che ci trascinano sul cammino della superficialità, dell’esagerazione delle mode che danno cattivo esempio e scandalizzano il prossimo spingendolo al peccato. Se, comunque, seguiamo le nostre cattive inclinazioni, la cupidigia verso ciò che non ci appartiene né ci può lecitamente appartenere, le invidie, le gelosie e le tentazioni di vendetta contro la giustizia e contro la carità, ecc., allora queste cose ci rendono ciechi e sordi tanto che non vedremo, né ascolteremo, né comprenderemo le parole di Gesù Cristo, e così in noi la fede e la fiducia si indeboliranno. (…)
L’apostolo San Giovanni (…) predisse poi il tradimento di Giuda e, quando questi uscì per compiere i suoi perfidi intenti, disse ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io“ (Gv 14,1-3). (…) 
Gesù ci assicura che abbiamo un posto in cielo, se vorremmo seguire la sua via, la via che egli ha tracciato per noi con la sua parola e con i suoi esempi, la via che è lui stesso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” (…) 
Chi ha visto me ha visto il Padre“ (Gv14, 6-9). Perciò la nostra via è Cristo: lo è per la sua parola, per la sua dottrina, per la sua vita.
Abbiamo bisogno perciò di identificarci con Cristo per riprodurre in noi la vita di Cristo e vedere in Cristo il Padre, secondo la sua parola: “Io il Padre siamo una cosa sola“ (Gv 10,30). 
È in questa identificazione della nostra vita con la vita di Cristo, (…) che la nostra fiducia si stabilizza e si fortifica. Poiché sappiamo che è dalla nostra unione con Cristo e per i suoi meriti che saremo salvi; e che ci renderemo graditi al Padre nella misura in cui riprodurremo in noi i sentimenti di suo Figlio, Gesù Cristo, in modo che il Padre veda in noi il volto del suo Verbo. Questa è la via che dobbiamo seguire per arrivare ad occupare il posto che Gesù ha preparato in cielo per noi. (…) 
Non ci resta dunque che seguire con fede questa parola di vita eterna; seguirla con la fede e con l’umiltà del fanciullo che, conscio della propria debolezza, si abbandona tra le braccia del padre; e lì riposa e dorme tranquillo perché sa che il padre lo sorregge, lo difende e lo conduce al posto del riposo; e se un giorno offendesse il padre trasgredendo a qualche suo ordine, egli che conosce il suo cuore ha fiducia nel suo amore, correrebbe verso di lui, con umiltà confesserebbe la sua mancanza, attenderebbe il suo perdono e con la stessa fiducia di prima si lancerebbe tra le sue braccia. Davanti a Dio siamo tutti fanciulli. Egli è il Padre della grande famiglia umana: ci culla tutti sulle braccia della sua provvidenza e ci conduce per le vie dell’amore. Che non si voglia deviare da questo cammino, né staccarci dalle sue braccia paterne! 
Così, la nostra speranza risiede in Dio, nella sua parola, nel suo amore di padre, nella sua mano salvatrice. Come figli abbandonati nelle sue braccia, sicuri della sua infinita misericordia, sappiamo che la nostra fiducia non sarà delusa.

Ave Maria!