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13 marzo 2023 – Vangelo e commento di don Luigi Maria Epicoco

///Vangelo e commento di Don Luigi Maria Epicoco///

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4, 24-30
 
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore.

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Commento al Vangelo Lc 4, 24-30

La pagina del Vangelo di oggi registra un incontro abbastanza teso tra Gesù e i suoi compaesani. Senza troppi giri di parole Egli dice che è più facile fare del bene agli estranei che a quelli più vicini perché solitamente chi ti è vicino può ammalarsi di pregiudizio nei tuoi confronti e quindi non riesce a vedere il bene che hai da offrirgli.

È una lezione immensa quella che nasce dalla famosa frase

“nessun profeta è bene accetto in patria”.

Sembra che il Vangelo voglia spingerci a fare un grande esame di coscienza su quanto siamo disposti a mettere in discussione i nostri pregiudizi specialmente con le persone che sono a noi più vicine. Troppe volte infatti l’incomprensione, la distanza, il risentimento diventano dei muri che separano le persone nella stessa casa, nello stesso condominio, nello stesso quartiere, nella stessa città.

Troppo spesso ci convinciamo che il bene esiste ma non abita con noi e proprio per questo ce lo andiamo a cercare altrove. Ma dire tutto questo ad alta voce non porta a Gesù consensi bensì desiderio di buttarlo giù da un dirupo.

Eppure per mostrare la verità delle sue parole aveva portato degli esempi concreti:

«Vi dico anche: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».

Se Dio opera più facilmente miracoli con gli “estranei” ciò significa che i “familiari” hanno un problema da risolvere. Siamo noi quei “familiari” che devono convertirsi.

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Santo del giorno: Santa Cristina, martire.