Storia

Fatima è una cittadina situata sui colli della regione centrale del Portogallo, e dista 115 km dalla capitale Lisbona.

Deve il suo nome a una nobile fanciulla di origini musulmane che si chiamava Fatima, come la figlia del profeta Maometto.

Nell’ottavo secolo gli arabi avevano invaso la parte sud della Spagna e del Portogallo, per venirne scacciati solo 400 anni dopo.

Nel 1158, periodo in cui i cristiani cercavano di riconquistare i territori occupati dagli arabi, mentre la giovane Fatima stava facendo una scampagnata insieme alle sue dame lungo il fiume Tago, che allora segnava il confine tra il califfato musulmano del Sud e il regno di Alfonso Hemriques, primo re del Portogallo, fu fatta prigioniera dai di soldati cristiani guidati da Gonçalo Hemrinques.

Il condottiero portoghese chiese al suo re di prendere in sposa la giovane e bella Fatima. Il re acconsentì a condizione che la giovane fosse d’accordo e che abbracciasse la religione cristiana.

Fatima accettò e, ricevendo il battesimo, assunse il nome di Oureana.

Come regalo di nozze, la giovane coppia ricevette in dono il villaggio di Abdegas. Gonçalo, in onore della sposa, cambiò il nome del posto in Oureana che è l’odierna Ourem, sede del comune che comprendeva fino al 2004 anche l’attuale cittadina di Fatima. Sfortunatamente la bella araba morì giovane e suo marito, disperato, si fece monaco nel vicino monastero di San Bernardo ad Alcobaça.

Il posto dove la giovane fu seppellita si chiamò con il suo stesso nome originario: Fatima.

 Nel 1915 il Portogallo era entrato in guerra (Prima Guerra mondiale) per assecondare i desideri dell’Inghilterra, da tempo suo alleata e protettrice.

Il Portogallo era da poco uscito da una guerra civile: il 5 ottobre 1910 era stata proclamata la repubblica che aveva preso il posto della monarchia. La situazione economica era in forte crisi, quella politica era aggravata da lacerazioni interne, dall’incapacità di creare governi duraturi.

Nel 1911 veniva introdotta la legge sulla separazione tra Chiesa e Stato; veniva sottoscritta la legge del divorzio, soppresso l’insegnamento religioso nelle scuole.

Lontana dai fermenti politici e da un’atmosfera spesso carica di anticlericalismo che si respirava nelle grandi città, c’era la civiltà contadina dei piccoli paesi e villaggi disseminati lungo tutto il paese; la gente viveva secondo le proprie tradizioni, sostenendosi con i frutti della terra e la vita quotidiana era scandita dall’alternarsi delle stagioni e delle feste religiose.

Fatima era a quel tempo un piccolo paese che insieme ai suoi villaggi viveva in questo modo.

Tra questi villaggi ce ne era uno chiamato Aljustrel. Legente che vi abitava lavorava con dedizione la propria terra per sfamarsi e curavano le piccole greggi di pecore che possedevano.

La vita qui era dura. In famiglia tutti erano chiamati a dare il proprio contributo di lavoro e di fatica: i bambini venivano impegnati per far pascolare le greggi; i più grandi lavoravano i campi aiutando mamma e papà.

La religiosità di questa gente era molto profonda: intorno alla chiesa parrocchiale la comunità si riuniva nei momenti forti della vita comunitaria così come per i battesimi e funerali.

Tra le famiglie di Aljustrel c’era anche quella di Emanuel Pedro Marto e Olimpia De Jesus, che avevano undici figli di cui i due ultimi si chiamavano Giacinta e Francesco e quella di Antonio Dos Santos e Maria Rosa Marto (la sorella di Emanuel) che di figli ne avevano sei, l’ultima di questi si chiamava Lucia.

Questi tre cuginetti furono i protagonisti di eventi che avrebbe portato a far conoscere il piccolo borgo di Fatima in tutto il mondo.