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Gli Appelli del Messaggio di Fatima

Per  una maggiore comprensione del messaggio che “Nostra Signora del Rosario” ci ha dato a Fatima, affidandolo ai tre Pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta, ogni sabato, escluso il primo sabato del mese, leggiamo e riflettiamo su  alcuni stralci dell’opera “ Gli Appelli  del messaggio di Fatima”  scritto da Suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato ( nome assunto da religiosa da Lucia dos Santos, pastorella di Fatima).

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Appello all’intimità con la Santissima Trinità

Nono appello del Messaggio: « Santissima Trinità, Padre, Figlio, Spirito Santo, vi adoro profondamente » (parte 2 di 2)

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Il mondo materialista non conosce Dio, e nemmeno comprende la vita spirituale dell’inabitazione della Santissima Trinità in noi. E non solo non la comprende, ma addirittura si irrita e la perseguita; ma la perseguita perché non la conosce, ignora gli insondabili tesori e la ricchezza intima che in essa si racchiude. Proprio sapendo questo, Gesù Cristo ci ha voluto prevenire dicendo: « Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone » (Gv 15,18-20). 

Il mondo seduce e inganna, e Cristo non può manifestarsi a coloro che si lasciano trascinare dalle illusioni ingannatrici del mondo. Perciò, coloro che vivono in balia del materialismo non comprendono il linguaggio di Gesù Cristo, che è la parola di Dio; sono tra i chiamati perché tutti siamo chiamati a seguire la Legge divina, ma non sono prescelti perché non hanno voluto sentire la voce di Dio – cioè la dottrina di Cristo che è la parola di Dio – e nemmeno seguirla. E con il rifiuto di Cristo – l’unico che ha « parole di vita eterna » (Gv 6,68) – impediscono a se stessi l’accesso alla vita eterna. Per questo nella preghiera che ha rivolto al Padre durante l’ultima cena Gesù disse: « Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. (…) Ho fatto conoscere il tuo nome agli nomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. » (Gv 17,1-6).

In primo luogo vediamo che Gesù Cristo ci dice chiaramente che la vita eterna consiste nel conoscere Dio e il Figlio che il Padre ha inviato. E così è, perché la conoscenza di Dio ci porta all’amore, l’amore stabilisce l’unione, e l’unione ci trasmette la vita soprannaturale di Dio. Poi notiamo come il Salvatore prega il Padre per coloro che ha scelto dal mondo, perché erano suoi; e sono suoi perché osservano la sua Parola : « Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola ».

È certo che l’osservanza della parola di Dio ci richiede sacrificio e rinuncia, ma è altrettanto certo che è esattamente nel sacrificio e nella rinuncia che noi dimostriamo a Dio il nostro amore. Non ci ha forse detto Gesù Cristo: « Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua » (Mc 8,34)?

Il mondo, invece, promette facilità e piaceri, e ci circonda con molte tentazioni seduttrici, ma false e nate dall’ignoranza, perché il mondo o, meglio, coloro che seguono le massime del mondo ignorano il bene che rifiutano e perdono quando si allontanano da Dio. Tutti corrono in cerca della felicità, ma non la trovano perché la cercano dove non esiste e quindi, siccome è sbagliata la strada, più la seguono e più si allontanano dalla felicità.

Dio è l’unico Essere in cui sta la felicità per la quale in verità ci ha creati. Ma Dio non sta nella soddisfazione e nei piaceri sensuali della carne, dei sensi, delle passioni, dell’orgoglio, della superbia, dell’avidità, ecc. Dio si trova nelle anime pure, nei cuori umili e nelle rette coscienze, libere dall’attaccamento alle cose della terra, come sono gli onori, i piaceri, le ricchezze, ecc. Le persone così liberate si identificano con Dio e con la vita di Dio in loro; ed egli comunica loro una partecipazione sempre crescente ai suoi doni.

Cristo ha fatto proprio di questo l’oggetto della sua preghiera al Padre: « Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, (…) perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. ( ..) Consacrali nella verità. La tua parola è verità. (…) Per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me » (Gv 17,11-23).

Vediamo che Gesù chiede al Padre la nostra unione con la Santissima Trinità: « Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola ». Proprio questa è la nostra vita soprannaturale, perché essere in Dio è vivere la vita di Dio: Dio presente in noi e noi immersi in Dio. Questa vita di intima unione con Dio, a volte presentata come difficile e triste, è invece semplice, gioiosa e felice, come dice Gesù Cristo: « perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia ». La gioia di fare la volontà di Dio, di far piacere a Dio, conservando e osservando la sua parola: « Essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte » (Gv 17,6-8). Crediamo in Dio, riceviamo la sua parola, e abbiamo in noi la pienezza della gioia divina. Siamo, come dice san Paolo, templi di Dio: « Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi » (1 Cor 3,16)?

Nel Vangelo si dice che siamo oggetto di una particolare scelta di Cristo: « Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga » (Gv 15,16). Ora, essere scelti da Cristo è senza dubbio essere scelti per Dio, per la vita che non finisce, per l’amore che non muore, per la felicità che non ha fine. Ciò che Dio prende per sé e identifica con sé diventa, attraverso l’intima unione con Cristo, una sola cosa con Dio: « In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi» (Gv14,20). La stessa cosa possiamo vederla dimostrata in queste parole della Lettera agli Efesini: « Avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria » (Ef 1,13-14).

Così, attraverso la nostra unione con Cristo, la vita di Dio in noi cresce e si sviluppa, trasformandoci in templi vivi di Dio, come disse Gesù Cristo: « Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete » (Gv 14,18-19). Sì, noi viviamo perché la vita di Dio in noi ci rende immortali.

Nell’Apocalisse, san Giovanni ci dice che non ha visto nessun tempio nella città di Dio, « perché il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello » (Ap 21,22-23). L’agnello è Cristo; e la luce di Cristo è la nostra vita e noi viviamo immersi in questa luce, e così siamo una lode a gloria di Dio, camminiamo alla luce della sua gloria e attraverso di essa siamo trasformati in tempio di Dio: « In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito » (Ef 2,21-22).

Siamo templi di Dio, e Dio è la nostra dimora, camminiamo alla luce della gloria di Dio, siamo stati scelti da Dio e Dio ci ha chiamati e ci conosce per nome: « Il pastore (…) chiama le sue pecore una per una (…) e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. (…) lo sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore » (Gv 10,2-4.14-15). Per questo egli è venuto nel mondo: « lo sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. (…) Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio » (E dove è il Padre, è il Figlio e lo Spirito Santo). « Io e il Padre siamo una cosa sola » (Gv 10,10.28-30).

La nostra grandezza è immensa: siamo stati scelti da Dio, siamo protetti da Dio, siamo santificati dalla presenza di Dio per la lode della sua gloria, siamo tabernacoli viventi dove abita la Santissima Trinità, siamo la casa di Dio e la porta del cielo!

O Santa Trinità che adoro, che amo e alla quale canterò lode eterna! In me, tu sei luce, sei grazia, sei amore! Mi immergo in te e mi inabisso nell’amore del tuo essere.

Ave Maria!