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Gli Appelli del Messaggio di Fatima

Per  una maggiore comprensione del messaggio che “Nostra Signora del Rosario” ci ha dato a Fatima, affidandolo ai tre Pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta, ogni sabato, escluso il primo sabato del mese, leggiamo e riflettiamo su  alcuni stralci dell’opera “ Gli Appelli  del messaggio di Fatima”  scritto da Suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato ( nome assunto da religiosa da Lucia dos Santos, pastorella di Fatima).

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Sesto appello del Messaggio: Pregate, pregate molto! (parte 3 di 6)

…….C’è anche la preghiera mentale, comunemente chiamata «meditazione». Consiste nel metterci a riflettere di fronte a Dio su qualcuno dei misteri rivelati, su qualche passo della vita del Signore, su qualche punto della dottrina, sulla legge di Dio, o su qualcuna delle virtù che troviamo in Gesù Cristo, nella Madonna o nei Santi, da prendere come esempio.
Questa preghiera è molto fruttuosa, se ben fatta. Perciò, dobbiamo accordarci con Dio riguardo al tema su cui meditare; guardare in noi stessi per vedere dove dobbiamo ancora crescere nella virtù corrispondente al tema sul quale stiamo meditando, come, per esempio, aumentare la fede, l’umiltà, la carità o lo spirito di sacrificio per vincere le nostre ripugnanze e difficoltà, i nostri capricci e difetti, le nostre tentazioni. E tutto ciò deve essere fatto in una conversazione intima con il Signore: discutere tutto con lui, sicuri che egli ci darà la luce, la grazia, la forza di restare fedeli fino alla fine e di realizzare l’ideale della vita soprannaturale che ci proponiamo e che Dio vuole e spera da noi.
C’è poi la preghiera che normalmente viene definita «contemplazione». Consiste in una maggiore intimità con Dio; la persona si compenetra più intensamente della presenza di Dio in se stessa e si affida più intimamente all’azione della grazia, della luce e dell’amore di Dio in essa.

Avvolta in un atmosfera soprannaturale, l’anima si lascia imbevere, elevare e trasformare dall’azione di Dio che la purifica e assorbe; è assorta, purificata, trasformata ed elevata da un’azione divina che sente, ma non sa come. Dio può sicuramente concedere questa grazia ad una persona senza che vi sia alcuno sforzo da parte sua, ma normalmente il Signore si aspetta che ci si arrivi percorrendo fedelmente la via dell’orazione vocale e mentale; poiché è per questa via che l’anima si purifica e si stacca dalle cose della terra, per consegnarsi solo a Dio.
Sono poche, molto poche le anime che arrivano qui, perché sono poche, molto poche quelle che si staccano completamente dal materialismo della vita, dalle ambizioni nate dall’amore proprio, dall’avidità, dall’orgoglio e dagli onori. E sebbene queste cose non arrivino ad essere peccato, tuttavia vincolano l’anima alla polvere della terra e le impediscono di elevarsi fino alle regioni più alte del soprannaturale.
Così non arriveranno mai ad assaporare le intime delizie dell’amore divino, perché Dio riesce a comunicare con l’anima solo quando la trova ansiosa di ricevere le sue grazie, disponibile ad ascoltare la sua voce e seguire le sue vie. Non esiste niente sulla terra che si possa paragonare alla felicità che sperimenta la persona in questa intima unione con Dio. Purtroppo non sappiamo apprezzare questi doni, o stimare questa ricchezza, né sappiamo vivere questo dono. Anche per questo è necessario che il Signore ci conceda una grazia speciale, che noi non meritiamo, ma che egli ci concede per misericordia e per il grande amore che ha per noi.
Concludendo, la preghiera è necessaria a tutti, e tutti dobbiamo pregare, che sia una preghiera vocale mentale o che sia la contemplazione.
Gesù Cristo, oltre a raccomandarci la preghiera, ci ha lasciato grandi esempi di vita di preghiera. Così – narra il Vangelo di San Luca – per dimostrare la necessità che tutti abbiamo di pregare sempre, e senza stancarci, racconta la parabola del giudice iniquo. Subito dopo abbiamo la parabola del fariseo e del pubblicano nel tempio: mentre il fariseo era orgoglioso delle sue buone opere, il pubblicano recitava umilmente la sua orazione, chiedendo perdono a Dio: «O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato» (Lc 18,13-14). Perché tutti siamo peccatori, tutti abbiamo bisogno di pregare con umiltà e perseveranza.
Proprio in questo il divino Salvatore ci ha dato l’esempio, perché ha preso su di sé i nostri peccati e ha voluto pregare per noi. È stato così che, prima di iniziare la sua vita pubblica, ha passato 40 giorni e 40 notti nel deserto a pregare e digiunare per fare penitenza per noi. In questo modo ha voluto non solo darci l’esempio, ma anche offrire al Padre una degna riparazione per i nostri peccati e rendere fruttuoso il suo apostolato, preparandosi ad esso con la forza dell’orazione e della penitenza. …….